Sarà colpa del ritorno della Malefica Scheda, sarà la successione di giornate uggiose che ultimamente si verificano da queste parti, sarà, anche, il lunedì che non aiuta, ma stamane mi sento "piattola".
Con "piattola" intendo quella meravigliosa disposizione di spirito che l'italiano rende bene con il termine "svogliato".
Non ho alcuna voglia di fare, meno faccio e meno farei; non ho neppure voglia di leggere, mi butterei a letto, appallottolandomi nelle coperte e mi dimenticherei lì sino, almeno, a mercoledì.
Il meteo non contribuisce; Giove Pluvio non si è deciso e nel dubbio se mandarci la pioggia o la neve, invia entrambe per cui il cielo plumbeo è assolutamente uniforme.
Da uno a dieci quanto è inutile questo post? Facciamo undici?
Dopo questa illuminante considerazione tornerò a modificare la Malefica... stamane ho anche freddo.
lunedì 28 febbraio 2011
venerdì 25 febbraio 2011
Edgarda Ferri
Tempo fa ho vissuto un momento di gravissima crisi.
Soffro, tra le altre cose, di una forma di dipendenza dagli scritti di Maria Bellonci; potrei gridare al capolavoro persino se pubblicassero le sue note della spesa o la rubrica telefonica. Ho letto tutto quello che di suo sono riuscito a trovare a un prezzo abbordabile; so che esiste una raccolta omnia, in due volumi, edita da i Meridiani, ma il costo di un rene a volume me ne ha impedito l'acquisto.
Di reni, in fondo ne ho due e anche se di uno posso privarmene, non posso fare a meno di entrambi.
Così un giorno, privo di altri volumi della Bellonci da leggere, mi aggiravo in libreria in cerca di metadone; stavo cercando un'autrice che scrivesse bei saggi storici, magari in veste di romanzo e possibilmente con lo stile della Bellonci... cercavo insomma un clone.
Mi cade l'occhio su "La grancontessa", il celebre libro della Ferri su Matilde di Canossa, Matilde figura tra i miei personaggi storici preferiti, e così l'ho preso, l'ho letto e ho capito di aver trovato il mio "metadone".
Edgarda Ferri non scrive come la Bellonci, è completamente diversa; ha uno stile asciutto, pulito, a volte persino secco, ma che scorre fluido e che delinea benissimo i personaggi dei quali parla.
Dopo "La grancontessa" ho iniziato a comprare, e a leggere, altri suoi libri; sceglie spesso personaggi storici che, per un verso o per l'altro, mi incuriosiscono.
Sono proprio contento di averla scoperta!
Oggi, mentre rientravo a casa, mi sono imbattuto in suo libro; la biografia della madre di Napoleone. L'ho trovato in una libreria nella quale tengono libri usati; la copertina è un po' sbiadita, le pagine odorano già un po' di polvere, e questo è ovviamente un pregio, e l'ho pagato pochissimo.
Se va avanti così dovrò ampliare i "granai" :)
Ah! Nel clone della Bellonci mi ci sono imbattuto una volta; unico volume, piccolo, su una Gonzaga del quale non ricordo il nome. L'autrice usa del materiale della Bellonci, non la cita, ne scopiazza lo stile e il risultato è un volumetto non brutto ma dimenticabilissimo...
Soffro, tra le altre cose, di una forma di dipendenza dagli scritti di Maria Bellonci; potrei gridare al capolavoro persino se pubblicassero le sue note della spesa o la rubrica telefonica. Ho letto tutto quello che di suo sono riuscito a trovare a un prezzo abbordabile; so che esiste una raccolta omnia, in due volumi, edita da i Meridiani, ma il costo di un rene a volume me ne ha impedito l'acquisto.
Di reni, in fondo ne ho due e anche se di uno posso privarmene, non posso fare a meno di entrambi.
Così un giorno, privo di altri volumi della Bellonci da leggere, mi aggiravo in libreria in cerca di metadone; stavo cercando un'autrice che scrivesse bei saggi storici, magari in veste di romanzo e possibilmente con lo stile della Bellonci... cercavo insomma un clone.
Mi cade l'occhio su "La grancontessa", il celebre libro della Ferri su Matilde di Canossa, Matilde figura tra i miei personaggi storici preferiti, e così l'ho preso, l'ho letto e ho capito di aver trovato il mio "metadone".
Edgarda Ferri non scrive come la Bellonci, è completamente diversa; ha uno stile asciutto, pulito, a volte persino secco, ma che scorre fluido e che delinea benissimo i personaggi dei quali parla.
Dopo "La grancontessa" ho iniziato a comprare, e a leggere, altri suoi libri; sceglie spesso personaggi storici che, per un verso o per l'altro, mi incuriosiscono.
Sono proprio contento di averla scoperta!
Oggi, mentre rientravo a casa, mi sono imbattuto in suo libro; la biografia della madre di Napoleone. L'ho trovato in una libreria nella quale tengono libri usati; la copertina è un po' sbiadita, le pagine odorano già un po' di polvere, e questo è ovviamente un pregio, e l'ho pagato pochissimo.
Se va avanti così dovrò ampliare i "granai" :)
Ah! Nel clone della Bellonci mi ci sono imbattuto una volta; unico volume, piccolo, su una Gonzaga del quale non ricordo il nome. L'autrice usa del materiale della Bellonci, non la cita, ne scopiazza lo stile e il risultato è un volumetto non brutto ma dimenticabilissimo...
giovedì 24 febbraio 2011
Pensione
Stamane, venendo a lavorare, ho incontrato una ragazza...bhè... avrà, credo, quindici anni più di me e quindi non so quanto la definizione sia appropriata, ma va bene uguale, che è da poco andata in pensione. Ha avuto l'opportunità di andarci e l'ha fatto.
Questa notizia mi ha fatto pensare alla mia pensione e non so se mettermi a ridere o a piangere; fosse per me lavorerei sino all'ultimo, anche perché il lavoro nobilita e sono fermamente convinto di questo, è anche vero, però, che uno i contributi li paga per qualcosa e, nel mio caso, li pago per potermi ritirare un giorno in lettura e spendere il mio tempo andando in visita da qualche parte...
Una pensione tranquilla insomma; poi ho pensato alle reali possibilità e mi sono venute in mentre tre opzioni:
1) quando finalmente avrò 35 anni di contributi, l'INPS mi scriverà una bella lettera che riporta l'immagine di un tizio, a caso, che se la ride di gusto e una scritta "si arrangi" a fondo pagina.
2) potrò, a stento, avere una pensione minima con la quale tirerò a campare e ringraziando me stesso per avere preso in gioventù tanti libri in modo da non privarmi del piacere della lettura; anche se, probabilmente, potrò leggere solo avvalendomi della luce solare.
D'altronde la Yourcenar lo diceva che costruire biblioteche è come costruire granai in previsione della carestia.
3) l'età pensionabile sarà estesa, in modo variabile, sino alla dipartita del contribuente con una tassa, a carico degli eredi, qualora quest'ultimo abbia avuto la pessima idea di tirare il calzino prima dei 40/50 anni di contributi.
Visto che c'è già una tassa di sopravvivenza, perché non estenderla in modo creativo.
Questa della tassa di sopravvivenza non la sapevo, poi i miei mi hanno spiegato quanto segue: quando mio nonno morì i suoi figli presero un forno sia per mio nonno che per mia nonna. Mia nonna campò ancora tre o quattro anni dopo la dipartita di mio nonno e, onestamente, a ma avrebbe fatto piacere se fosse rimasta almeno sino al secondo avvento, ma lo Stato ha pensato che fosse davvero di cattivo gusto da parte di mia nonna campare così tanto e così i suoi figli dovettero pagare una tassa per quei tre o quattro anni che mia nonna non usò il forno.
Questa notizia mi ha fatto pensare alla mia pensione e non so se mettermi a ridere o a piangere; fosse per me lavorerei sino all'ultimo, anche perché il lavoro nobilita e sono fermamente convinto di questo, è anche vero, però, che uno i contributi li paga per qualcosa e, nel mio caso, li pago per potermi ritirare un giorno in lettura e spendere il mio tempo andando in visita da qualche parte...
Una pensione tranquilla insomma; poi ho pensato alle reali possibilità e mi sono venute in mentre tre opzioni:
1) quando finalmente avrò 35 anni di contributi, l'INPS mi scriverà una bella lettera che riporta l'immagine di un tizio, a caso, che se la ride di gusto e una scritta "si arrangi" a fondo pagina.
2) potrò, a stento, avere una pensione minima con la quale tirerò a campare e ringraziando me stesso per avere preso in gioventù tanti libri in modo da non privarmi del piacere della lettura; anche se, probabilmente, potrò leggere solo avvalendomi della luce solare.
D'altronde la Yourcenar lo diceva che costruire biblioteche è come costruire granai in previsione della carestia.
3) l'età pensionabile sarà estesa, in modo variabile, sino alla dipartita del contribuente con una tassa, a carico degli eredi, qualora quest'ultimo abbia avuto la pessima idea di tirare il calzino prima dei 40/50 anni di contributi.
Visto che c'è già una tassa di sopravvivenza, perché non estenderla in modo creativo.
Questa della tassa di sopravvivenza non la sapevo, poi i miei mi hanno spiegato quanto segue: quando mio nonno morì i suoi figli presero un forno sia per mio nonno che per mia nonna. Mia nonna campò ancora tre o quattro anni dopo la dipartita di mio nonno e, onestamente, a ma avrebbe fatto piacere se fosse rimasta almeno sino al secondo avvento, ma lo Stato ha pensato che fosse davvero di cattivo gusto da parte di mia nonna campare così tanto e così i suoi figli dovettero pagare una tassa per quei tre o quattro anni che mia nonna non usò il forno.
mercoledì 23 febbraio 2011
Ronf
Non sto inaugurando una serie di post all'insegna dell'onomatopea, ma a volte non c'è nulla come questa figura retorica per esprimere, concisamente, un concetto.
Stamane mi sono addormentato.
Ieri sera ho provato ad andare a letto prima, ma come al solito ho spento la luce all'una; non so come io riesca sempre a fare tardi, ma ormai è divenuta routine.
Sono anche convinto di aver messo la sveglia, per cui, durante la notte, devo averla staccata; sono anzi sicuro che la sveglia abbia suonato come tutte le mattina e che io l'abbia staccata subito perché stavo sognando di lavorare e quindi era inutile farla suonare.
Morale della favola, non sono andato a letto prima, ma ho dormito un'ora in più.
Finalmente è sicuro: quest'anno niente migrazione dell'oca dalla fascia bianca.
Miss Italia la faranno altrove, dove non so, ma neppure me ne importa qualcosa.
Da quel poco che ho letto il nostro sindaco incontrerà RAI e Miren per chiudere i conti; chissà se si decideranno a pagare tutto quello che hanno lasciato da pagare per il paese, di sicuro vorranno da noi altri soldi... inutili sanguisughe.
Stamane mi sono addormentato.
Ieri sera ho provato ad andare a letto prima, ma come al solito ho spento la luce all'una; non so come io riesca sempre a fare tardi, ma ormai è divenuta routine.
Sono anche convinto di aver messo la sveglia, per cui, durante la notte, devo averla staccata; sono anzi sicuro che la sveglia abbia suonato come tutte le mattina e che io l'abbia staccata subito perché stavo sognando di lavorare e quindi era inutile farla suonare.
Morale della favola, non sono andato a letto prima, ma ho dormito un'ora in più.
Finalmente è sicuro: quest'anno niente migrazione dell'oca dalla fascia bianca.
Miss Italia la faranno altrove, dove non so, ma neppure me ne importa qualcosa.
Da quel poco che ho letto il nostro sindaco incontrerà RAI e Miren per chiudere i conti; chissà se si decideranno a pagare tutto quello che hanno lasciato da pagare per il paese, di sicuro vorranno da noi altri soldi... inutili sanguisughe.
martedì 22 febbraio 2011
Prove tecniche...
... di bizantinizzazione.
Lo so, è già il secondo post a tema Bisanzio e, giurin giuretto, posso anche giurare sulla testa dei figli di qualcuno a caso ché ci sono abituati e ormai uno più uno meno che differenza potrà mai fare :asd:, mi impegnerò a non parlarne più per un po'...davvero; portate pazienza solo per questa volta.
Sto elaborando la mia prossima creatura e dato che, molto probabilmente sarà anche l'unica di quest'anno, è ormai da un anno che non disegno a mano, necessito di un po' di esercizio e perciò sto disegnando degli schizzi preparatori dei singoli elementi che comporranno la creatura.
Al momento ne ho elaborati un paio partendo da oggetti, o animali, reali; dovrebbero mancarmene almeno altri tre e poi ho il soggetto principale.
Dato che avevo il pc acceso, perché ho disegnato un argiope (trattasi di un ragno), ho provato a inserire la mia faccia al posto di quella di Giustiniano; al principio mi sono limitato a rifare il fondo oro, prendendolo dalla Theotokos di Santa Sofia, perché è più luminoso, poi ho inserito anche la corona e quando ho piazzato l'aureola ho capito di avere un serio problema :asd:.
Il risultato finale non è neppure male, anche se non lascerà mai, almeno spero, il mio HD, perciò ho deciso di riprovare disegnando la mia facciotta in stile in modo che si conformi al contorno.
Con questo passaggio direi di aver applicato il fondo d'oro al tunnel e il tutto ben si accompagna con le orecchie a punta e la versione vedek del sottoscritto; magari potrei bizantineggiarmi con le orecchie da vulcan :asd:
Lo so, è già il secondo post a tema Bisanzio e, giurin giuretto, posso anche giurare sulla testa dei figli di qualcuno a caso ché ci sono abituati e ormai uno più uno meno che differenza potrà mai fare :asd:, mi impegnerò a non parlarne più per un po'...davvero; portate pazienza solo per questa volta.
Sto elaborando la mia prossima creatura e dato che, molto probabilmente sarà anche l'unica di quest'anno, è ormai da un anno che non disegno a mano, necessito di un po' di esercizio e perciò sto disegnando degli schizzi preparatori dei singoli elementi che comporranno la creatura.
Al momento ne ho elaborati un paio partendo da oggetti, o animali, reali; dovrebbero mancarmene almeno altri tre e poi ho il soggetto principale.
Dato che avevo il pc acceso, perché ho disegnato un argiope (trattasi di un ragno), ho provato a inserire la mia faccia al posto di quella di Giustiniano; al principio mi sono limitato a rifare il fondo oro, prendendolo dalla Theotokos di Santa Sofia, perché è più luminoso, poi ho inserito anche la corona e quando ho piazzato l'aureola ho capito di avere un serio problema :asd:.
Il risultato finale non è neppure male, anche se non lascerà mai, almeno spero, il mio HD, perciò ho deciso di riprovare disegnando la mia facciotta in stile in modo che si conformi al contorno.
Con questo passaggio direi di aver applicato il fondo d'oro al tunnel e il tutto ben si accompagna con le orecchie a punta e la versione vedek del sottoscritto; magari potrei bizantineggiarmi con le orecchie da vulcan :asd:
lunedì 21 febbraio 2011
Burp...
Recentemente sono tornato il ristorante greco di Parma, "Kelari", e sono proprio contento di esservi andato; ovviamente ho mangiato un po' troppo.
L'ho provato, alcuni anni fa, per la prima volta con Regina ed è stata un'ottima esperienza sin dal principio. Un po' alla volta, a turno, ci sono tornato, nel tempo, con tutte le persone che conosco; in alcuni casi la compagnia lasciava a desiderare, ma la cucina non è mai venuta meno.
Il locale è molto bello, piccolo e forse un po' troppo caldo, il personale è sempre molto gentile e cortese. Il non mangiare carne mi obbliga a evitare almeno metà del menù, ma mangiando pesce ho a disposizione tutta l'altra parte, anche se confesso che potrei vivere di dolmades e di tzatziki con buona pace della mia vista sociale.
Considerando che detesto l'aglio e i cetrioli non rientrano nella categoria "verdure delle quali non potrei fare a meno", è un mistero come possa apprezzare così tanto lo tzatziki.
La cena è iniziata con misto di antipasti, annaffiati da tzatziki e pita; già con questo mi sentivo sufficientemente pieno, ma ho preso anche degli spiedini di pesce spada e, pur sentendomi prossimo all'esplosione, non ho potuto rinunciare a una cosa leggera come l'halvas.
Ovviamente ho ultimato il pasto con del buon caffé greco.
Per avviarmi al bancone ho dovuto rotolare fuori dalla sedia.
Questa volta ho innaffiato la cena con della retsina che non avevo mai assaggiato.
I peperoni ripieni di feta mi hanno tenuto compagnia lungo il tragitto verso la macchina, ma l'acqua tonica della staffa mi ha aiutato a evitare di fare sogni impegnativi; d'altronde che cena è senza cloridrato di chinino.
Ieri ho elaborato uno degli elementi decorativi della mia creatura e così finalmente posso dire che è "in corso di realizzo", dato che non se ne resta più in iperurania ma inizia a concretizzarsi.
Devo fare, però, un po' di esercizio prima di disegnarla compiutamente su carta perché, in fondo, il mio talento è modesto e la mano è ferma da almeno un paio d'anni e quindi temo di essere un po' arrugginito.
L'ho provato, alcuni anni fa, per la prima volta con Regina ed è stata un'ottima esperienza sin dal principio. Un po' alla volta, a turno, ci sono tornato, nel tempo, con tutte le persone che conosco; in alcuni casi la compagnia lasciava a desiderare, ma la cucina non è mai venuta meno.
Il locale è molto bello, piccolo e forse un po' troppo caldo, il personale è sempre molto gentile e cortese. Il non mangiare carne mi obbliga a evitare almeno metà del menù, ma mangiando pesce ho a disposizione tutta l'altra parte, anche se confesso che potrei vivere di dolmades e di tzatziki con buona pace della mia vista sociale.
Considerando che detesto l'aglio e i cetrioli non rientrano nella categoria "verdure delle quali non potrei fare a meno", è un mistero come possa apprezzare così tanto lo tzatziki.
La cena è iniziata con misto di antipasti, annaffiati da tzatziki e pita; già con questo mi sentivo sufficientemente pieno, ma ho preso anche degli spiedini di pesce spada e, pur sentendomi prossimo all'esplosione, non ho potuto rinunciare a una cosa leggera come l'halvas.
Ovviamente ho ultimato il pasto con del buon caffé greco.
Per avviarmi al bancone ho dovuto rotolare fuori dalla sedia.
Questa volta ho innaffiato la cena con della retsina che non avevo mai assaggiato.
I peperoni ripieni di feta mi hanno tenuto compagnia lungo il tragitto verso la macchina, ma l'acqua tonica della staffa mi ha aiutato a evitare di fare sogni impegnativi; d'altronde che cena è senza cloridrato di chinino.
Ieri ho elaborato uno degli elementi decorativi della mia creatura e così finalmente posso dire che è "in corso di realizzo", dato che non se ne resta più in iperurania ma inizia a concretizzarsi.
Devo fare, però, un po' di esercizio prima di disegnarla compiutamente su carta perché, in fondo, il mio talento è modesto e la mano è ferma da almeno un paio d'anni e quindi temo di essere un po' arrugginito.
venerdì 18 febbraio 2011
Bizantinite
Non diciamolo troppo forte, ma ho in cantiere una "creatura"; ci sono buone probabilità che quest'anno io riesca a dipingere qualcosa.
L'idea c'è, ho elaborato, ma solo nella mia mente, buona parte degli elementi e dovrei fare alcuni schizzi per controllarne le proporzioni, forme e dettagli.
Ho anche in mente la composizione generale e devo solo leggere alcune cose per decidere gli ultimi componenti; è un affare un po' più serio del lancio di Jeeg insomma.
Idealmente mi piacciono le cose minimal, con linee pulite e definite, ampi spazi possibilmente in bicromia, con accurate scelte luminose; se mai un giorno dovessi riuscire a costruire casa mia, immaginatevi leggendo questa frase grasse risate di fondo, coi "mattoni" e non coi Lego, sarebbe qualcosa di molto lineare e semplice.
L'idea però è comodamente parcheggiata in iperurania e la realtà è che ho delle tendenze, neppure troppo velate, un poco barocche che unite all'entropia ridurrebbero lo spazio minimale a un assembramento caotico.
Questa digressione per dire che anche le mie creature risentono di questa disposizione, per cui a volte partono con pochi elementi ai quali vengono aggiunti, in corso d'opera, nuove figure; lo spazio non viene mai saturato e ciò che è aggiunto ha sempre una sua ragione per stare in quel posto preciso, ma di certo sono rarissime le mie creature che possano definirsi "minimaliste"... d'altronde essendo cresciuto all'ombra delle Terme Berzieri è già tanto che non metta cornucopie ed elefanti dorati e addobbati ad agghindare l'auto.
Come ben sapete sono affetto da bizantinite in forma cronica e acuta; trattasi di una rara malattia che induce il paziente a una ossessione per tutto quello inerente l'Impero Romano d'Oriente. La malattia non ha esisti fatali, ma non esiste cura.
Durante l'elaborazione di quest'ultima creatura mi sono accorto che, forse merito anche dell'età, la bizantinite ha influenzato anche il mio modo di comporre; già avevo una certa tendenza all'icona, che negli anni ho cercato di contrastare, adesso la staticità è volutamente ricercata. In aggiunta ho persin valutato di ricorrere, per il fondo, a della foglia d'oro; che probabilmente rimpiazzerò o con dell'economico giallo, oppure con della vernice dorata.
Avevo anche pensato a un elemento centrale e a riquadri laterali incorniciati da cornici innegabilmente non-sobrie, ma la pecunia scarseggia e quindi dovrò limitarmi; molto dipende da Madonna Ispirazione, posso sempre iniziarla quest'anno e finirla con comodo a rate.
Al momento e nella mia mente l'insieme funziona benissimo, la creatura pare essere una commistione di bizantino e déco; considerando la sobrietà generale del risultato finale, sempre che rispecchi quello che ho pensato, e che dovrebbe finire a casa di amici spero di conservare la loro l'amicizia e di non buttarla sotto una comoda laccatura dorata.
Certo che se vado avanti così il prossimo passo sarà il tentare una commistione barocca in un trionfo di putti, cornucopie e bucrani, tra il bizantino e la più lussureggiante arte hindi.
L'idea c'è, ho elaborato, ma solo nella mia mente, buona parte degli elementi e dovrei fare alcuni schizzi per controllarne le proporzioni, forme e dettagli.
Ho anche in mente la composizione generale e devo solo leggere alcune cose per decidere gli ultimi componenti; è un affare un po' più serio del lancio di Jeeg insomma.
Idealmente mi piacciono le cose minimal, con linee pulite e definite, ampi spazi possibilmente in bicromia, con accurate scelte luminose; se mai un giorno dovessi riuscire a costruire casa mia, immaginatevi leggendo questa frase grasse risate di fondo, coi "mattoni" e non coi Lego, sarebbe qualcosa di molto lineare e semplice.
L'idea però è comodamente parcheggiata in iperurania e la realtà è che ho delle tendenze, neppure troppo velate, un poco barocche che unite all'entropia ridurrebbero lo spazio minimale a un assembramento caotico.
Questa digressione per dire che anche le mie creature risentono di questa disposizione, per cui a volte partono con pochi elementi ai quali vengono aggiunti, in corso d'opera, nuove figure; lo spazio non viene mai saturato e ciò che è aggiunto ha sempre una sua ragione per stare in quel posto preciso, ma di certo sono rarissime le mie creature che possano definirsi "minimaliste"... d'altronde essendo cresciuto all'ombra delle Terme Berzieri è già tanto che non metta cornucopie ed elefanti dorati e addobbati ad agghindare l'auto.
Come ben sapete sono affetto da bizantinite in forma cronica e acuta; trattasi di una rara malattia che induce il paziente a una ossessione per tutto quello inerente l'Impero Romano d'Oriente. La malattia non ha esisti fatali, ma non esiste cura.
Durante l'elaborazione di quest'ultima creatura mi sono accorto che, forse merito anche dell'età, la bizantinite ha influenzato anche il mio modo di comporre; già avevo una certa tendenza all'icona, che negli anni ho cercato di contrastare, adesso la staticità è volutamente ricercata. In aggiunta ho persin valutato di ricorrere, per il fondo, a della foglia d'oro; che probabilmente rimpiazzerò o con dell'economico giallo, oppure con della vernice dorata.
Avevo anche pensato a un elemento centrale e a riquadri laterali incorniciati da cornici innegabilmente non-sobrie, ma la pecunia scarseggia e quindi dovrò limitarmi; molto dipende da Madonna Ispirazione, posso sempre iniziarla quest'anno e finirla con comodo a rate.
Al momento e nella mia mente l'insieme funziona benissimo, la creatura pare essere una commistione di bizantino e déco; considerando la sobrietà generale del risultato finale, sempre che rispecchi quello che ho pensato, e che dovrebbe finire a casa di amici spero di conservare la loro l'amicizia e di non buttarla sotto una comoda laccatura dorata.
Certo che se vado avanti così il prossimo passo sarà il tentare una commistione barocca in un trionfo di putti, cornucopie e bucrani, tra il bizantino e la più lussureggiante arte hindi.
giovedì 17 febbraio 2011
Miao!... e altro
Oggi è la festa del Gatto e avendo io un passato da gattaro, che, se fosse per me, rinverdirei con una bella combriccola di pallette di pelo miagolanti, non posso certo esimermi dagli auguri a tutti i felici "schiavi" di queste meravigliose creature :)
Per quanto concerne la Scheda del Male pare, almeno così afferma l'Oracolo di Crispoli, che la nuova veste che le abbiamo dato vada bene; pare rimangono alcuni dettagli, definiti "piccolezze", e la cosa un po' mi spaventa... se va male vorrà dire che l'anno nuovo sarò ancora qui a lamentarmi della malefica Idra.
Il libro che sto leggendo, "Nascita di un regno" scritta dalla stessa autrice delle avventure di fratello Cadfael, per altro validissima serie di libri gialli, mi sta decisamente piacendo; ho voglia di leggerlo e di andare innanzi e dopo l'abbandono recente avevo bisogno di un buon libro.
Per quanto concerne la Scheda del Male pare, almeno così afferma l'Oracolo di Crispoli, che la nuova veste che le abbiamo dato vada bene; pare rimangono alcuni dettagli, definiti "piccolezze", e la cosa un po' mi spaventa... se va male vorrà dire che l'anno nuovo sarò ancora qui a lamentarmi della malefica Idra.
Il libro che sto leggendo, "Nascita di un regno" scritta dalla stessa autrice delle avventure di fratello Cadfael, per altro validissima serie di libri gialli, mi sta decisamente piacendo; ho voglia di leggerlo e di andare innanzi e dopo l'abbandono recente avevo bisogno di un buon libro.
mercoledì 16 febbraio 2011
Scheda del Male
Mi viene male...
La settimana scorsa mi consegnano quelle che vennero definite "le ultime modifiche" relative la Scheda del Male; avrei dovuto spostare quattro lotti, rifare un dozzina di tabelle di conti e poi ri-adeguare tutte le tavole.
Venerdì inizio a elaborare le modifiche e in due giorni e mezzo completo la verifica dei vari conteggi inerenti cessioni, calcoli millesimali, percentuali di proprietà, superficie fondiaria etcc... oggi ho iniziato a sistemare le varie tavole e avrei dovuto iniziare a rifare la tavola delle coordinate: ovvero una tavola nelle quali le cessioni vengono individuate attraverso dei punti che si riferiscono a delle coordinate precise... i punti ammontavano a circa 400 e passa ed io avrei dovuto metterli posto, rinumerarli e rifare la tabella delle coordinate.
Sorpresa!!! Oggi mi hanno cambiato nuovamente la disposizione di alcuni lotti, cambiato alcune cessioni e quindi il lavoro fatto finora è andato a... peripatetiche.
Non ci arriverò mai in fondo, non ne vedrò mai la fine; mi viene male
La settimana scorsa mi consegnano quelle che vennero definite "le ultime modifiche" relative la Scheda del Male; avrei dovuto spostare quattro lotti, rifare un dozzina di tabelle di conti e poi ri-adeguare tutte le tavole.
Venerdì inizio a elaborare le modifiche e in due giorni e mezzo completo la verifica dei vari conteggi inerenti cessioni, calcoli millesimali, percentuali di proprietà, superficie fondiaria etcc... oggi ho iniziato a sistemare le varie tavole e avrei dovuto iniziare a rifare la tavola delle coordinate: ovvero una tavola nelle quali le cessioni vengono individuate attraverso dei punti che si riferiscono a delle coordinate precise... i punti ammontavano a circa 400 e passa ed io avrei dovuto metterli posto, rinumerarli e rifare la tabella delle coordinate.
Sorpresa!!! Oggi mi hanno cambiato nuovamente la disposizione di alcuni lotti, cambiato alcune cessioni e quindi il lavoro fatto finora è andato a... peripatetiche.
Non ci arriverò mai in fondo, non ne vedrò mai la fine; mi viene male
Incontri ravvicinati
Purtroppo non ho potuto conversare con un qualche alieno in villeggiatura, o di passaggio, ma ieri ho guardato la televisione.
Guardo la scatoletta in modo decisamente sporadico e aperiodico e devo dire che ogni volta trovo nuove conferme alla mia scelta di farne a meno; per quel che passano in televisione, la scatoletta è un inutile e dannoso ciàpa pòra.
La televisione del pomeriggio, poi, deve essere una sorta di anticamera dell'inferno.
Ne ho guardato venti minuti in pausa pranzo e almeno un'ora alla sera.
In pausa pranzo sono stato deliziato dai commenti sull'Isola del Famosi, programma appena più inutile di un paio di chiappe aggiuntive sotto le ascelle; dalle vicende sentimentali di Belen e Corona e meno male che ne hanno parlato perché, davvero,non so come avrei potuto continuare a vivere senza questo basilare aggiornamento sulle loro abitudini riproduttive; e dagli aggiornamenti dall'incombente festival di Sanremo che, con precisione e cura maniacale, evito come la peste da circa vent'anni... e dopo l'imbarazzante "reale" presenza dell'anno corso sarà mia premura continuare a evitarlo.
Potrei continuare a dilungarmi, soffermandomi su taluni impresentabili personaggi, in un turpiloquio variamente assortito sino a far divenire questo post una sorta di dizionario irragionevole della parolaccia, ma essendo bene educato passerò oltre.
Alla sera ho guardato "mistero" e non sono riuscito a spegnere; sono rimasto imbambolato e incredulo di fronte alle stupidaggini che hanno trasmesso.
Una ridda sconclusionata, illogica, priva di senso di informazioni affastellate a caso e assolutamente svianti... non potevo credere alle mie orecchie e al fatto che continuino a riproporre cose che lessi nei primi anni '80 incuranti sia di successive smentite che di ben più semplici spiegazioni.
Se invece di tirare fuori gli ufo nell'arte si andassero a studiare, prima di aprire bocca e darle fiato, un po' di storia e storia dell'arte sarebbe meglio; capisco che ora queste gente sia a casa perché non c'è bisogno, in inverno, di zappare i campi, ma potrebbero impiegare meglio il loro tempo andando a pulire i fossi... renderebbero un servizio alla comunità e abbasserebbero la media, per altro già alta, di scemenze che passano dalla televisione.
"mistero" fa sembrare un programma a caso di Bob Jackob, uno a caso basti che abbia per titolo il nome di una serie TV di fantascienza, quasi un programma serio.
Guardo la scatoletta in modo decisamente sporadico e aperiodico e devo dire che ogni volta trovo nuove conferme alla mia scelta di farne a meno; per quel che passano in televisione, la scatoletta è un inutile e dannoso ciàpa pòra.
La televisione del pomeriggio, poi, deve essere una sorta di anticamera dell'inferno.
Ne ho guardato venti minuti in pausa pranzo e almeno un'ora alla sera.
In pausa pranzo sono stato deliziato dai commenti sull'Isola del Famosi, programma appena più inutile di un paio di chiappe aggiuntive sotto le ascelle; dalle vicende sentimentali di Belen e Corona e meno male che ne hanno parlato perché, davvero,non so come avrei potuto continuare a vivere senza questo basilare aggiornamento sulle loro abitudini riproduttive; e dagli aggiornamenti dall'incombente festival di Sanremo che, con precisione e cura maniacale, evito come la peste da circa vent'anni... e dopo l'imbarazzante "reale" presenza dell'anno corso sarà mia premura continuare a evitarlo.
Potrei continuare a dilungarmi, soffermandomi su taluni impresentabili personaggi, in un turpiloquio variamente assortito sino a far divenire questo post una sorta di dizionario irragionevole della parolaccia, ma essendo bene educato passerò oltre.
Alla sera ho guardato "mistero" e non sono riuscito a spegnere; sono rimasto imbambolato e incredulo di fronte alle stupidaggini che hanno trasmesso.
Una ridda sconclusionata, illogica, priva di senso di informazioni affastellate a caso e assolutamente svianti... non potevo credere alle mie orecchie e al fatto che continuino a riproporre cose che lessi nei primi anni '80 incuranti sia di successive smentite che di ben più semplici spiegazioni.
Se invece di tirare fuori gli ufo nell'arte si andassero a studiare, prima di aprire bocca e darle fiato, un po' di storia e storia dell'arte sarebbe meglio; capisco che ora queste gente sia a casa perché non c'è bisogno, in inverno, di zappare i campi, ma potrebbero impiegare meglio il loro tempo andando a pulire i fossi... renderebbero un servizio alla comunità e abbasserebbero la media, per altro già alta, di scemenze che passano dalla televisione.
"mistero" fa sembrare un programma a caso di Bob Jackob, uno a caso basti che abbia per titolo il nome di una serie TV di fantascienza, quasi un programma serio.
martedì 15 febbraio 2011
Abbandono
Ebbene si; è raro che mi capiti, perché in genere mi sforzo di arrivare in fondo, per quanto pesante la cosa possa risultare, ma, raramente, non riesco proprio ad andare innanzi e abbandono.
Tempo fa ho preso un libro, "un amore veneziano" di Andrea di Robilant, e ieri, dopo essere arrivato a poco più di un terzo del volume, ho deciso di abbandonarlo al suo destino; forse in futuro lo rileggerò, oppure lo donerò in biblioteca...vedrò.
La scelta del libro da acquistare è, a volte, un affare lungo; innanzi tutto il volume attira la mia attenzione per il titolo, il formato, la copertina e la casa editrice; poi ne leggo la quarta di copertina, salto le opinioni che vi appiccicano sopra, perché tanto spesso sono messe un po' a caso, indi leggo le informazioni inerente l'autrice o autore e per finire lo sfoglio e ne leggo alcune pagine.
Dopo un primo sondaggio mi prendo una pausa di riflessione e se il libro mi ha colpito favorevolmente e lo trovo ancora, e non costa un rene e mezzo, allora lo prendo; altre volte lo prendo subito senza starci troppo a pensare... dipende anche dall'argomento, ma non voglio tirarla troppo per le lunghe.
Questa volta è stato diverso: il volume non era fisicamente in libreria e ne avevo letto sul "libraio" e dato che, mi capita spesso verso il cambio di stagione, avevo voglia di leggere qualcosa di romantico e la quarta di copertina mi ispirava, l'ho mandato a prendere.
Avrebbe dovuto essere un romanzo epistolare, genere che dopo "dracula" apprezzo moltissimo, ma le lettere sono riportate a mozziconi e sono inserite in una cornice che le contestualizza. La frammentarietà delle missive impedisce al lettore di affezionarsi ai protagonisti della vicenda, non basta sapere che i personaggi sono persone reali, e quel minimo di vicinanza che si crea viene subito elisa dalla cornice che dà al volume l'aspetto di un saggio e fa diventare i protagonisti soggetti di studio. Tutto sommato avrei preferito una cornice più romanzata, perché credo che l'impianto narrativo funzioni, che permettesse una vicinanza maggiore coi protagonisti della vicenda.
Alla fine il continuo mutare degli attori da persone reali a topi da laboratorio ha logorato la mia voglia di leggere e così l'ho abbandonato.
Non è un brutto libro, come un volume a caso della Meyer, per esempio, o "la lingua rubata", ma è un romanzo asettico e la passione degli attori, che si vede chiaramente dalle epistole, è smorzata da iceberg di passaggio che l'autore getta sui lettori... a me, in soldoni, non è piaciuto.
Mi rimangono pochi, pochissimi, libri della Austen da leggere e dovrò cercare altrove del metadone.
Tempo fa ho preso un libro, "un amore veneziano" di Andrea di Robilant, e ieri, dopo essere arrivato a poco più di un terzo del volume, ho deciso di abbandonarlo al suo destino; forse in futuro lo rileggerò, oppure lo donerò in biblioteca...vedrò.
La scelta del libro da acquistare è, a volte, un affare lungo; innanzi tutto il volume attira la mia attenzione per il titolo, il formato, la copertina e la casa editrice; poi ne leggo la quarta di copertina, salto le opinioni che vi appiccicano sopra, perché tanto spesso sono messe un po' a caso, indi leggo le informazioni inerente l'autrice o autore e per finire lo sfoglio e ne leggo alcune pagine.
Dopo un primo sondaggio mi prendo una pausa di riflessione e se il libro mi ha colpito favorevolmente e lo trovo ancora, e non costa un rene e mezzo, allora lo prendo; altre volte lo prendo subito senza starci troppo a pensare... dipende anche dall'argomento, ma non voglio tirarla troppo per le lunghe.
Questa volta è stato diverso: il volume non era fisicamente in libreria e ne avevo letto sul "libraio" e dato che, mi capita spesso verso il cambio di stagione, avevo voglia di leggere qualcosa di romantico e la quarta di copertina mi ispirava, l'ho mandato a prendere.
Avrebbe dovuto essere un romanzo epistolare, genere che dopo "dracula" apprezzo moltissimo, ma le lettere sono riportate a mozziconi e sono inserite in una cornice che le contestualizza. La frammentarietà delle missive impedisce al lettore di affezionarsi ai protagonisti della vicenda, non basta sapere che i personaggi sono persone reali, e quel minimo di vicinanza che si crea viene subito elisa dalla cornice che dà al volume l'aspetto di un saggio e fa diventare i protagonisti soggetti di studio. Tutto sommato avrei preferito una cornice più romanzata, perché credo che l'impianto narrativo funzioni, che permettesse una vicinanza maggiore coi protagonisti della vicenda.
Alla fine il continuo mutare degli attori da persone reali a topi da laboratorio ha logorato la mia voglia di leggere e così l'ho abbandonato.
Non è un brutto libro, come un volume a caso della Meyer, per esempio, o "la lingua rubata", ma è un romanzo asettico e la passione degli attori, che si vede chiaramente dalle epistole, è smorzata da iceberg di passaggio che l'autore getta sui lettori... a me, in soldoni, non è piaciuto.
Mi rimangono pochi, pochissimi, libri della Austen da leggere e dovrò cercare altrove del metadone.
lunedì 14 febbraio 2011
Ieri
Dopo aver dormito quattro ore, o forse meno, ieri mattina mi sono alzato presto, verso le 8, per lavorare; dovevo finire con urgenza alcune cose e mi ci sono volute circa tre ore per riuscire a completare il tutto.
Durante la giornata sono stato poi intontito per tutto il tempo e non sono riuscito neppure a uscire a fare due passi per il paese; credo di iniziare ad averne a sufficienza dell'inverno, persino di un inverno mite come questo.
Inizio ad avere voglia di muovermi e di andare in giro a visitare qualche nuovo paesello mai visto. Il guaio, ed è un guaio grosso, è che, anche quest'anno, la Primavera non farà neppure in tempo a mettere il naso dentro la porta perché verrà travolta, in corsa, dall'Estate con la sua armatura di caldo-umido 8/8 con travolgere.
Vabbé... prenderemo quel che passa il convento.
Ho ultimato di vedere "Robin of Sherwood": la serie è ben fatta e viene confermato quando avevo già detto in un post precedente, l'unica pecca delle tre stagioni è dovuta dalla salsa "Conan" che va a fare da contorno, per altro in modo indigesto, alle puntate doppie di apertura e chiusura della terza stagione. Ho apprezzato molto il finale, cioè gli ultimi cinque/dieci minuti della serie, perché si ricollega al film "Robin e Marian" che probabilmente, ma io non lo ricordo, fa parte di una qualche ballata o romanzo di una certa età a tema Robin Hood. Nel complesso è stato un buon acquisto.
Ho finito anche il libro "Robin Hood" di J.C.Holt e l'ho trovato ben fatto. Trattasi della riedizione,che comunque ha una decina d'anni se non ricordo male, alla quale vene aggiunto un epilogo con alcune considerazioni basate su nuove scoperte; l'epilogo smentisce parte di quanto viene sostenuto nella prima parte, quindi forse era il caso di riscrivere, invece di ampliare, parte del volume. Nel complesso però è una buona lettura molto interessante.
Ora vado che la Scheda del Male mi attende...
Durante la giornata sono stato poi intontito per tutto il tempo e non sono riuscito neppure a uscire a fare due passi per il paese; credo di iniziare ad averne a sufficienza dell'inverno, persino di un inverno mite come questo.
Inizio ad avere voglia di muovermi e di andare in giro a visitare qualche nuovo paesello mai visto. Il guaio, ed è un guaio grosso, è che, anche quest'anno, la Primavera non farà neppure in tempo a mettere il naso dentro la porta perché verrà travolta, in corsa, dall'Estate con la sua armatura di caldo-umido 8/8 con travolgere.
Vabbé... prenderemo quel che passa il convento.
Ho ultimato di vedere "Robin of Sherwood": la serie è ben fatta e viene confermato quando avevo già detto in un post precedente, l'unica pecca delle tre stagioni è dovuta dalla salsa "Conan" che va a fare da contorno, per altro in modo indigesto, alle puntate doppie di apertura e chiusura della terza stagione. Ho apprezzato molto il finale, cioè gli ultimi cinque/dieci minuti della serie, perché si ricollega al film "Robin e Marian" che probabilmente, ma io non lo ricordo, fa parte di una qualche ballata o romanzo di una certa età a tema Robin Hood. Nel complesso è stato un buon acquisto.
Ho finito anche il libro "Robin Hood" di J.C.Holt e l'ho trovato ben fatto. Trattasi della riedizione,che comunque ha una decina d'anni se non ricordo male, alla quale vene aggiunto un epilogo con alcune considerazioni basate su nuove scoperte; l'epilogo smentisce parte di quanto viene sostenuto nella prima parte, quindi forse era il caso di riscrivere, invece di ampliare, parte del volume. Nel complesso però è una buona lettura molto interessante.
Ora vado che la Scheda del Male mi attende...
sabato 12 febbraio 2011
Scoperte
Non sono sicuro, ma ho come la sensazione di averne già scritto; se così fosse mi scuserò inventandomi qualcosa sul genere del "il carasside domestico ha nascosto in giardino la funzione cerca".
A me capita a volte, in realtà molto spesso, di cercare un libro specifico all'interno della mia libreria. Le mie librerie, che ammontano a un numero di tre, accolgono più libri di quanti, sistemati con ordine, potrebbero contenerne; questo è possibile perché nella distribuzione dei libri ho adottato le regole dell'arte muraria.
I miei libri sono così sistemati: in verticale sono raggruppati per altezza, in modo da formare blocchi presso ché uguali, indi alla prima fila è sovrapposta una seconda, e una terza se c'è il posto, fila sempre con il medesimo criterio e poi gli interstizi sono saturati di libri disposti in orizzontale; a volte la terza fila è un unico blocco, che sporge dalla libreria, orizzontale ben pigiato tra due scaffali.
L'insieme è molto pittoresco, ma per trovare un libro bisogna essere rabdomanti, Armadouk, o avere un cu.... ehm... fortuna imbarazzante; va da sé che le volte che cerco un libro non lo trovo mai.
In genere ho una vaga idea di dove l'ho riposto, ma anche quando ricordo con precisione dove si trova avviene lo stesso, e quando vado per prenderlo il libro non è dove doveva essere e vago nella libreria alla sua ricerca; in tutto avrò tre metri di librerie, profonde 40cm e che ospitano due centinaia, oltre il migliaio, di volumi e perciò la ricerca di un volume ha dei bellissimi effetti collaterali.
Non riuscendo mai a trovare il libro che cerco, inciampo di continuo in libri dei quali m'ero anche scordato l'acquisto e ogni volta mi congratulo con me per averli presi, perché la quarta di copertina mi ispira moltissimo.
Sono anche convinto che abbiamo una qualche forma di intelligenza propria, per cui la Libreria decide quali volumi portare alla luce per farmeli leggere e quali portare indietro, con preferenza per quelli che sto cercando perché è una entità dispettosa, in modo da sorprendermi; a volte sono anche convinto che vi sia un buco nero che fagocita i miei volumi spedendoli in un'altra dimensione.
I libri sono talmente ben pressati tra loro che di polvere quasi non ce n'è...
Eppure sono convinto di averle già dette queste cose... vabbè, portate pazienza che ho un'età e poi Mneme non è stata particolarmente generosa con me
A me capita a volte, in realtà molto spesso, di cercare un libro specifico all'interno della mia libreria. Le mie librerie, che ammontano a un numero di tre, accolgono più libri di quanti, sistemati con ordine, potrebbero contenerne; questo è possibile perché nella distribuzione dei libri ho adottato le regole dell'arte muraria.
I miei libri sono così sistemati: in verticale sono raggruppati per altezza, in modo da formare blocchi presso ché uguali, indi alla prima fila è sovrapposta una seconda, e una terza se c'è il posto, fila sempre con il medesimo criterio e poi gli interstizi sono saturati di libri disposti in orizzontale; a volte la terza fila è un unico blocco, che sporge dalla libreria, orizzontale ben pigiato tra due scaffali.
L'insieme è molto pittoresco, ma per trovare un libro bisogna essere rabdomanti, Armadouk, o avere un cu.... ehm... fortuna imbarazzante; va da sé che le volte che cerco un libro non lo trovo mai.
In genere ho una vaga idea di dove l'ho riposto, ma anche quando ricordo con precisione dove si trova avviene lo stesso, e quando vado per prenderlo il libro non è dove doveva essere e vago nella libreria alla sua ricerca; in tutto avrò tre metri di librerie, profonde 40cm e che ospitano due centinaia, oltre il migliaio, di volumi e perciò la ricerca di un volume ha dei bellissimi effetti collaterali.
Non riuscendo mai a trovare il libro che cerco, inciampo di continuo in libri dei quali m'ero anche scordato l'acquisto e ogni volta mi congratulo con me per averli presi, perché la quarta di copertina mi ispira moltissimo.
Sono anche convinto che abbiamo una qualche forma di intelligenza propria, per cui la Libreria decide quali volumi portare alla luce per farmeli leggere e quali portare indietro, con preferenza per quelli che sto cercando perché è una entità dispettosa, in modo da sorprendermi; a volte sono anche convinto che vi sia un buco nero che fagocita i miei volumi spedendoli in un'altra dimensione.
I libri sono talmente ben pressati tra loro che di polvere quasi non ce n'è...
Eppure sono convinto di averle già dette queste cose... vabbè, portate pazienza che ho un'età e poi Mneme non è stata particolarmente generosa con me
venerdì 11 febbraio 2011
Conversazioni alla diavola
Di fronte la casa di riposo c'è un parcheggio che è sempre pieno, stamane, però, era vuoto e l'asfalto era coperto da una materia nera. C'era una persona che stava spazzando, ma l'unica cosa che mi ha colpito è stato il fatto che non ci fosse neppure una macchina parcheggiata e ricordo che ieri sera il parcheggio era, come al solito, pieno.
In studio poi avviene la seguente conversazione:
Collega: "cosa è andato a fuoco vicino a casa tua ieri sera?"
io: "...è andato a fuoco qualcosa?"
Collega: "Massì... non l'hai sentito l botto? è successo davanti alla casa di riposo"
io: "non mi sono accorto di nulla..."
...ecco spiegata l'assenza di auto parcheggiate e la materia nera.
Che, con l'incipienza della primavera, sia ritornata la stagione delle auto alla diavola?
Ci fu un periodo, tempo fa, che al mio paese andò di gran moda dar fuoco alle auto parcheggiate in zona Parco, per comunicare messaggi evidenti ai proprietari che, casualmente, erano... bhè... gente "nota"; in almeno un paio di occasioni però c'è stato un po' di confusione con le targhe e hanno dato fuoco alle auto sbagliate.
In realtà non so ancora cosa sia andato a fuoco perché il giornale locale non ne parla e quindi dovrò affidarmi ai pettegolezzi di paese; ché qui il paese è piccolo e non è possibile nascondere uno staio di grano senza che non lo si sappia a Cangelasio, o in un'altra recondita sperduta frazione.
In studio poi avviene la seguente conversazione:
Collega: "cosa è andato a fuoco vicino a casa tua ieri sera?"
io: "...è andato a fuoco qualcosa?"
Collega: "Massì... non l'hai sentito l botto? è successo davanti alla casa di riposo"
io: "non mi sono accorto di nulla..."
...ecco spiegata l'assenza di auto parcheggiate e la materia nera.
Che, con l'incipienza della primavera, sia ritornata la stagione delle auto alla diavola?
Ci fu un periodo, tempo fa, che al mio paese andò di gran moda dar fuoco alle auto parcheggiate in zona Parco, per comunicare messaggi evidenti ai proprietari che, casualmente, erano... bhè... gente "nota"; in almeno un paio di occasioni però c'è stato un po' di confusione con le targhe e hanno dato fuoco alle auto sbagliate.
In realtà non so ancora cosa sia andato a fuoco perché il giornale locale non ne parla e quindi dovrò affidarmi ai pettegolezzi di paese; ché qui il paese è piccolo e non è possibile nascondere uno staio di grano senza che non lo si sappia a Cangelasio, o in un'altra recondita sperduta frazione.
giovedì 10 febbraio 2011
Attenzioni
E' stupefacente come, a volte, le persone continuino a cercare le attenzioni di mamma.
Se mamma non ti guarda, anche se sei aggrappato a una tenda con un occhio di bue solo per te, non è perché non ti considera abbastanza bravo o degno di attenzione, anche se la pesantezza induce meravigliosamente alla distrazione, ma perché mamma "c'ha da fare"!
"Ma perché io ho fatto questo, e quello e quell'altro, e non sarà mai come quello che ho fatto e che mi è capitato..." e chissenefrega ce lo vogliamo mettere?
Così... in modo del tutto gratuito :asd:
Se mamma non ti guarda, anche se sei aggrappato a una tenda con un occhio di bue solo per te, non è perché non ti considera abbastanza bravo o degno di attenzione, anche se la pesantezza induce meravigliosamente alla distrazione, ma perché mamma "c'ha da fare"!
"Ma perché io ho fatto questo, e quello e quell'altro, e non sarà mai come quello che ho fatto e che mi è capitato..." e chissenefrega ce lo vogliamo mettere?
Così... in modo del tutto gratuito :asd:
mercoledì 9 febbraio 2011
150
Sono gli anni che, il 17 marzo, compie l'Italia.
Non che prima non esistesse la penisola, ma sino all'unificazione, cioè tra la Caduta dell'Impero Romano e il Risorgimento, siamo stati un fetta di terra diversamente abitata a sud delle Alpi. Vi sono state fasi alterne, tentativi Longobardi, Bizantini, i quali però puntavano ad altro, di unificazione e probabilmente altri che non ricordo, ma come "nazione" nasciamo decisamente tardi.
Vediamo un po':
- "ora bisogna fare gli italiani" è stato un punto decisamente mancato, devo dire che, almeno per quello che riguarda la mia regione, in questo periodo si è riusciti a produrre una versione decente di emiliani. Permane qualche ruggine interna all'Emilia e tra l'Emilia e la Romagna, ma forse in un secolo la situazione può risolversi. Ci vorrà un po' più per appacificare Parma e Reggio Emilia, diciamo due o tre secoli...
Per il resto continuiamo a guardarci un po' con diffidenza, a parlare "lingue" diverse e si fa fatica a capirci; magie di pronuncia, intonazione e cadenza diversa. L'italiano esiste nei libri di scuola, per il resto ogni regione ne ha una versione propria parente stretto, più o meno, di quello standard; per lo meno ci si sforza di usare l'italiano per comunicare coi foresti il che è già qualcosa.
Se parliamo poi di "senso civico"... bhè, 150 anni non stati sufficienti e forse ci toccherà attendere le calende greche; di sicuro io non ne vedrò la nascita in questi lidi.
- "libera chiesa in libro stato"; anche questo punto, è il caso di dire, è andato a farsi benedire. Certo la Chiesa vanta solo il Vaticano e non parliamo più di Stati della Chiesa, ma essendo che il "libero stato" non è mai pervenuto il Papa continua, anche se in misura minore, a fare il bello e il cattivo tempo; d'altronde lo Stato della Chiesa ha sempre remato contro e ha frustrato ogni tentativo precedente il 1861 di unificazione della penisola.
Ci manca un po' il secolo dei Lumi; da noi è arrivato più come storia da un paese lontano.
Fondamentalmente i questi 150 anni siamo andati avanti mettendo pezze provvisorie, con quel provvisorio tipicamente italico che ha la tendenza al definitivo, eterno e imperituro, all'occorrenza e il risultato è una gran casino molto pittoresco.
Tra i lati positivi possiamo dire che non ostante tutto, e chi non ha vissuto con uno stato, o più d'uno, ereditato o creato nel corso del tempo, nello stato che rema contro non può capire quanto sia difficile, siamo arrivati qui; abbiamo fatto passi avanti e speriamo di continuare a farne... magari in avanti invece che indietro.
Possiamo considerarci un caso "interessante".
Non che prima non esistesse la penisola, ma sino all'unificazione, cioè tra la Caduta dell'Impero Romano e il Risorgimento, siamo stati un fetta di terra diversamente abitata a sud delle Alpi. Vi sono state fasi alterne, tentativi Longobardi, Bizantini, i quali però puntavano ad altro, di unificazione e probabilmente altri che non ricordo, ma come "nazione" nasciamo decisamente tardi.
Vediamo un po':
- "ora bisogna fare gli italiani" è stato un punto decisamente mancato, devo dire che, almeno per quello che riguarda la mia regione, in questo periodo si è riusciti a produrre una versione decente di emiliani. Permane qualche ruggine interna all'Emilia e tra l'Emilia e la Romagna, ma forse in un secolo la situazione può risolversi. Ci vorrà un po' più per appacificare Parma e Reggio Emilia, diciamo due o tre secoli...
Per il resto continuiamo a guardarci un po' con diffidenza, a parlare "lingue" diverse e si fa fatica a capirci; magie di pronuncia, intonazione e cadenza diversa. L'italiano esiste nei libri di scuola, per il resto ogni regione ne ha una versione propria parente stretto, più o meno, di quello standard; per lo meno ci si sforza di usare l'italiano per comunicare coi foresti il che è già qualcosa.
Se parliamo poi di "senso civico"... bhè, 150 anni non stati sufficienti e forse ci toccherà attendere le calende greche; di sicuro io non ne vedrò la nascita in questi lidi.
- "libera chiesa in libro stato"; anche questo punto, è il caso di dire, è andato a farsi benedire. Certo la Chiesa vanta solo il Vaticano e non parliamo più di Stati della Chiesa, ma essendo che il "libero stato" non è mai pervenuto il Papa continua, anche se in misura minore, a fare il bello e il cattivo tempo; d'altronde lo Stato della Chiesa ha sempre remato contro e ha frustrato ogni tentativo precedente il 1861 di unificazione della penisola.
Ci manca un po' il secolo dei Lumi; da noi è arrivato più come storia da un paese lontano.
Fondamentalmente i questi 150 anni siamo andati avanti mettendo pezze provvisorie, con quel provvisorio tipicamente italico che ha la tendenza al definitivo, eterno e imperituro, all'occorrenza e il risultato è una gran casino molto pittoresco.
Tra i lati positivi possiamo dire che non ostante tutto, e chi non ha vissuto con uno stato, o più d'uno, ereditato o creato nel corso del tempo, nello stato che rema contro non può capire quanto sia difficile, siamo arrivati qui; abbiamo fatto passi avanti e speriamo di continuare a farne... magari in avanti invece che indietro.
Possiamo considerarci un caso "interessante".
martedì 8 febbraio 2011
Case
Sono ormai parecchi anni che disegno case e in tutto questo tempo una cosa è rimasta costante: la megalomania.
Non la mia, sia chiaro; personalmente di una casa apprezzo prima tutto che sia pratica da tenere, economica da mantenere e che non mi faccia vivere in funzione di essa... un po' come per l'auto.
Ho notato invece che molte persone ambiscono ad avere case enormi e non ci sarebbe nulla di strano se le persone in questione avessero imbarazzanti codazzi di servitù pagati per pulire, ordinare, mettere a posto e manutenere l'immobile. Il più delle volte il nucleo familiare è costituito da una coppia con un paio di figli, o un figlio, con un reddito medio-alto ma che non consente l'impiego di un ausilio per la pulizia della casa, così in genere va a finire che la moglie diviene schiava della casa.
L'immobile non solo è grande, parliamo di almeno 200mq, ma è anche spropositatamente alto, con il soffitto che parte da tre metri per arrivare, in colmo, ad almeno quattro metri e mezzo. Le cucine vengono volute con una estensione pari a una piazza d'armi, così come i bagni e tutti gli altri ambienti della casa.
Esiste un legame tra estensione e funzionalità, oltre a una certa superficie l'ambiente diventa spazio sprecato e che non verrà mai utilizzato, ma che andrà comunque pulito perché si sporcherà.
Addio senso pratico.
Non la mia, sia chiaro; personalmente di una casa apprezzo prima tutto che sia pratica da tenere, economica da mantenere e che non mi faccia vivere in funzione di essa... un po' come per l'auto.
Ho notato invece che molte persone ambiscono ad avere case enormi e non ci sarebbe nulla di strano se le persone in questione avessero imbarazzanti codazzi di servitù pagati per pulire, ordinare, mettere a posto e manutenere l'immobile. Il più delle volte il nucleo familiare è costituito da una coppia con un paio di figli, o un figlio, con un reddito medio-alto ma che non consente l'impiego di un ausilio per la pulizia della casa, così in genere va a finire che la moglie diviene schiava della casa.
L'immobile non solo è grande, parliamo di almeno 200mq, ma è anche spropositatamente alto, con il soffitto che parte da tre metri per arrivare, in colmo, ad almeno quattro metri e mezzo. Le cucine vengono volute con una estensione pari a una piazza d'armi, così come i bagni e tutti gli altri ambienti della casa.
Esiste un legame tra estensione e funzionalità, oltre a una certa superficie l'ambiente diventa spazio sprecato e che non verrà mai utilizzato, ma che andrà comunque pulito perché si sporcherà.
Addio senso pratico.
lunedì 7 febbraio 2011
Avrei...
...voluto iniziare la settimana all'insegna della tradizione: lettura mattutina dei blog, post del lunedì, controllo della posta e lettura delle notizie, invece in questa settimana ho talmente tanto da fare che non sono riuscito a fare nulla di tutto ciò.
Posso comunque annunciare che l'anno lavorativo e' iniziato con il ritorno di una vecchia conoscenza: la scheda del male
Non inizio già ora a lagnarmene, tanto avrò tempo di farlo in futuro, ma la nuova testa e' simpatica quanto le altre.
Ho interrotto "un amore veneziano"; non e' scritto male, si legge anche bene, ma, pur essendo arrivato a meta' libro, non ha ancora ingranato e quindi lo sto inframmezzando con altre letture. Non intendo lasciarlo al suo destino, ma non intendo neppure andare avanti con una lettura che invece di coinvolgermi mi fa pensare a quanto bello sarebbe leggere un altro libro.
Posso comunque annunciare che l'anno lavorativo e' iniziato con il ritorno di una vecchia conoscenza: la scheda del male
Non inizio già ora a lagnarmene, tanto avrò tempo di farlo in futuro, ma la nuova testa e' simpatica quanto le altre.
Ho interrotto "un amore veneziano"; non e' scritto male, si legge anche bene, ma, pur essendo arrivato a meta' libro, non ha ancora ingranato e quindi lo sto inframmezzando con altre letture. Non intendo lasciarlo al suo destino, ma non intendo neppure andare avanti con una lettura che invece di coinvolgermi mi fa pensare a quanto bello sarebbe leggere un altro libro.
venerdì 4 febbraio 2011
Eresie... e altro
Stavo leggendo ieri che il cinque febbraio sarà il "Nutella Day". Molte, se non la totalità, delle persone che conosco sono nutellofili da sfondamento; qui pubblicamente, per quei tre lettori che ancora ne siano all'oscuro, confesso che a me la Nutella non piace.
Da piccolo ne ho mangiata parecchia, un po' come tutti i bambini, e faceva parte della merenda, anche se confesso di averle sempre prediletto il pane con lo zucchero. Mia madre inumidiva una fetta di pane con dell'acqua e sopra metteva dello zucchero; ho sempre detestato la banana schiacciata, ma a casa mia era meglio non fare troppe storie col cibo e si mangiava quel che passava il convento.
Con gli anni i gusti cambiano e la Nutella ha smesso di piacermi.
Ricapitolando: sono emiliano, provengo da famiglie contadine che usavano ammazzare il maiale e cibarsene, e ho smesso di mangiare la carne di maiale e col tempo anche la carne in generale; in più non mi piace la Nutella.
Solo il fatto di non nutrirmi neppure di una delle molteplici forme nelle quali si presenta il Suino, è sufficiente per marchiarmi come eretico, ma negli anni ho visto che anche la mia avversione per la Nutella suscita stupore.
Non capisco come mai il badge di anobii lì a lato non mi compaia: voi lo vedete? Comunque; ho iniziato a leggere "un amore veneziano" di Andrea di Robilant, mi aveva incuriosito la quarta di copertina e mi aspettavo un romanzo epistolare. Le epistole ci sono ma inserite in una cornice e al momento non mi sta prendendo molto; si legge bene e volentieri, ma non mi ha ancora conquistato. A onor del vero devo dire di essere appena agli inizi e quindi attendo di arrivare almeno a un terzo per capire come suona il libro; lo commenterò con cognizione di causa come l'avrò finito.
Ho rifatto i passaggi per il badge
Da piccolo ne ho mangiata parecchia, un po' come tutti i bambini, e faceva parte della merenda, anche se confesso di averle sempre prediletto il pane con lo zucchero. Mia madre inumidiva una fetta di pane con dell'acqua e sopra metteva dello zucchero; ho sempre detestato la banana schiacciata, ma a casa mia era meglio non fare troppe storie col cibo e si mangiava quel che passava il convento.
Con gli anni i gusti cambiano e la Nutella ha smesso di piacermi.
Ricapitolando: sono emiliano, provengo da famiglie contadine che usavano ammazzare il maiale e cibarsene, e ho smesso di mangiare la carne di maiale e col tempo anche la carne in generale; in più non mi piace la Nutella.
Solo il fatto di non nutrirmi neppure di una delle molteplici forme nelle quali si presenta il Suino, è sufficiente per marchiarmi come eretico, ma negli anni ho visto che anche la mia avversione per la Nutella suscita stupore.
Non capisco come mai il badge di anobii lì a lato non mi compaia: voi lo vedete? Comunque; ho iniziato a leggere "un amore veneziano" di Andrea di Robilant, mi aveva incuriosito la quarta di copertina e mi aspettavo un romanzo epistolare. Le epistole ci sono ma inserite in una cornice e al momento non mi sta prendendo molto; si legge bene e volentieri, ma non mi ha ancora conquistato. A onor del vero devo dire di essere appena agli inizi e quindi attendo di arrivare almeno a un terzo per capire come suona il libro; lo commenterò con cognizione di causa come l'avrò finito.
Ho rifatto i passaggi per il badge
giovedì 3 febbraio 2011
Patente
Dato che oggi mi sento un po' in crisi di argomenti, e non vorrei mai che il Cosmo ponesse un rimedio a caso, scriverò di un sogno che feci anni fa quando diedi la patente.
Prendere la patente è stato un processo lungo e di un certo costo. Ho dato ben due esami di teoria, perché mi era scaduto il foglio rosa, e tre di guida; ma andiamo con ordine.
La prima volta l'istruttore non mi ispirava e la macchina mi dava da fare; era una Tipo, auto che ho sempre considerato inguardabile. C'è anche da dire che era la prima volta in assoluto che agguantavo un volante e perciò avevo paura; mescolato insieme il tutto ne è venuto fuori un sogno nel quale dovevo guidare un'auto smisurata nella quale non riuscivo a trovare neppure un comando... volante compreso.
ça va sans dire che mi hanno bocciato e, credete a me, fu un bene perché ero un vero pericolo al volante!
La seconda volta andò decisamente meglio, d'altronde la pratica dona sicurezza nel fare le cose, ma a guida mi bocciarono ugualmente in modo abbastanza gratuito; d'altronde mi capitò l'ingegnere carogna di turno.
Scaduto il foglio rosa, diedi di nuovo teoria e questa volta andò bene anche guida.
Se mi avessero bocciato avrei cocciutamente continuato perché sapevo che se avessi smesso non avrei più preso in mano l'auto e sarebbe stato un guaio sotto molti punti di vista.
Prendere la patente è stato un processo lungo e di un certo costo. Ho dato ben due esami di teoria, perché mi era scaduto il foglio rosa, e tre di guida; ma andiamo con ordine.
La prima volta l'istruttore non mi ispirava e la macchina mi dava da fare; era una Tipo, auto che ho sempre considerato inguardabile. C'è anche da dire che era la prima volta in assoluto che agguantavo un volante e perciò avevo paura; mescolato insieme il tutto ne è venuto fuori un sogno nel quale dovevo guidare un'auto smisurata nella quale non riuscivo a trovare neppure un comando... volante compreso.
ça va sans dire che mi hanno bocciato e, credete a me, fu un bene perché ero un vero pericolo al volante!
La seconda volta andò decisamente meglio, d'altronde la pratica dona sicurezza nel fare le cose, ma a guida mi bocciarono ugualmente in modo abbastanza gratuito; d'altronde mi capitò l'ingegnere carogna di turno.
Scaduto il foglio rosa, diedi di nuovo teoria e questa volta andò bene anche guida.
Se mi avessero bocciato avrei cocciutamente continuato perché sapevo che se avessi smesso non avrei più preso in mano l'auto e sarebbe stato un guaio sotto molti punti di vista.
mercoledì 2 febbraio 2011
Sogni faticosi e altre pensantezze
Ieri notte ho fatto un sogno interessante e molto faticoso.
Tra le mie colleghe figurava anche una mia ex compagna di scuola*, per fortuna era un sogno e non la realtà; stavamo spegnendo i vari pc e lei ha preso a lamentarsi perché dovevo uscire prima e toccava a lei spegnere tutto. Dopo averla apostrofata in malo modo, guadagno la porta, raggiungo la macchina e vado a Pellegrino Parmense. Vi sono un paio di strade che collegano il mio paese con Pellegrino; una passa da Case Passeri, sfiorando, poi, Vigoleno; l'altra, attraverso Ponte Grosso, si inerpica verso il passo S.Antonio... io ho preso la seconda. Una volta a destinazione ho preso una corriera; l'ho guidata sino a Salso abbandonando la Polideuce-mobile lassù in vetta.
Che fatica! La corriera era enorme, non ho trovato tutti i comandi ed è stata una vera impresa condurla giù in paese. A Pellegrino però, complice alcune decorazioni di lavabi viste nel pomeriggio, non ho potuto fare a meno di notare le strade; un mosaico prezioso, molto lucido e molto liscio, in tinte verdi che ricopriva le strade dando loro aspetto serpentiforme. La seconda parte del sogno si è svolta qui in paese; ho sognato un palazzo, nella realtà non esiste sia chiaro, neo-gotico, all'interno del quale ho girato in monopattino, i cui interni avevano suggestioni primi novecento liberty. Ricordo che questo palazzo aveva un bellissimo scalone realizzato con un marmo verde, un verde di Issogne, e nel salone centrale c'era una vasca realizzata con un bellissimo marmo azzurro, o meglio, dell'Onice blu.
Mobili non ce n'erano; manco una sedia, una poltrona o uno sgabello ballerino.
Molto interessante anche l'apparato decorativo che mescolava elementi romantici, da suggestione medioevale, a elementi inizio novecento. Questa seconda parte è stata decisamente più rilassante, malgrado non sia riuscito a capire se i lavori interni al palazzo fossero da intendersi come parte, o meno, di un restauro conservativo di tipo A; deformazione professionale :asd:
La parte del sogno relativa alla corriera mi ha fatto venire in mente un altro sogno fatto anni fa in concomitanza con le lezioni di guida; lo terrò in serbo per un altro giorno.
Il fatto che una parola sia arcaica o desueta non rende questa parola inutile o inesistente; sono convinto che riscoprire alcuni termini della nostra lingua possa aiutarci a liberarci di termini esterofili, o aberranti abbreviazioni moderne, più infelici. Non sto certo dicendo di iniziare a parlare come Dante, ma di ampliare un po' il nostro vocabolario e di impreziosirlo con qualche parola nuova o diversamente tale.
*L'ho anche rivista di recente e avrei alcune cattiverie da dispensare, ma eviterò di farlo qui...
Tra le mie colleghe figurava anche una mia ex compagna di scuola*, per fortuna era un sogno e non la realtà; stavamo spegnendo i vari pc e lei ha preso a lamentarsi perché dovevo uscire prima e toccava a lei spegnere tutto. Dopo averla apostrofata in malo modo, guadagno la porta, raggiungo la macchina e vado a Pellegrino Parmense. Vi sono un paio di strade che collegano il mio paese con Pellegrino; una passa da Case Passeri, sfiorando, poi, Vigoleno; l'altra, attraverso Ponte Grosso, si inerpica verso il passo S.Antonio... io ho preso la seconda. Una volta a destinazione ho preso una corriera; l'ho guidata sino a Salso abbandonando la Polideuce-mobile lassù in vetta.
Che fatica! La corriera era enorme, non ho trovato tutti i comandi ed è stata una vera impresa condurla giù in paese. A Pellegrino però, complice alcune decorazioni di lavabi viste nel pomeriggio, non ho potuto fare a meno di notare le strade; un mosaico prezioso, molto lucido e molto liscio, in tinte verdi che ricopriva le strade dando loro aspetto serpentiforme. La seconda parte del sogno si è svolta qui in paese; ho sognato un palazzo, nella realtà non esiste sia chiaro, neo-gotico, all'interno del quale ho girato in monopattino, i cui interni avevano suggestioni primi novecento liberty. Ricordo che questo palazzo aveva un bellissimo scalone realizzato con un marmo verde, un verde di Issogne, e nel salone centrale c'era una vasca realizzata con un bellissimo marmo azzurro, o meglio, dell'Onice blu.
Mobili non ce n'erano; manco una sedia, una poltrona o uno sgabello ballerino.
Molto interessante anche l'apparato decorativo che mescolava elementi romantici, da suggestione medioevale, a elementi inizio novecento. Questa seconda parte è stata decisamente più rilassante, malgrado non sia riuscito a capire se i lavori interni al palazzo fossero da intendersi come parte, o meno, di un restauro conservativo di tipo A; deformazione professionale :asd:
La parte del sogno relativa alla corriera mi ha fatto venire in mente un altro sogno fatto anni fa in concomitanza con le lezioni di guida; lo terrò in serbo per un altro giorno.
Il fatto che una parola sia arcaica o desueta non rende questa parola inutile o inesistente; sono convinto che riscoprire alcuni termini della nostra lingua possa aiutarci a liberarci di termini esterofili, o aberranti abbreviazioni moderne, più infelici. Non sto certo dicendo di iniziare a parlare come Dante, ma di ampliare un po' il nostro vocabolario e di impreziosirlo con qualche parola nuova o diversamente tale.
*L'ho anche rivista di recente e avrei alcune cattiverie da dispensare, ma eviterò di farlo qui...
martedì 1 febbraio 2011
Profusione sconclusionata di inutilità
Si tratta, come si può intendere, di un post pieno di argomenti vari e neppure troppo parenti tra loro; uno di quei post che non sfigurerebbe come puntata di fine stagione di una qualche serie televisiva d'altri tempi.
Memoria
ieri sera ho commentato il post di un amico e mi è venuto in mente come facilmente riesca a confondere il malva col rosa.
Non intendo i due colori, per quello, grazie alle mie frequentazioni scolastiche, ho una gamma di colori superiore ai 12, ma le citazioni ad esse legate. Per non so quale motivo sono convinto che "Priscilla" sia in tinta di malva, quando in realtà è rosa e il malva compare in un tramonto della serie "Angels in America". Mi si sono sovrapposte le citazioni... un po' come accade per la sigla di "Voyager", e parlo di Star Trek, e di "Deep space 9"; per un periodo hanno occupato la stessa casella di memoria e se ne canticchiavo una finivo per mutarla nell'altra.
Belle Poitrine
Ho finito ieri di leggerlo, è proprio un bel libro che consiglio, e l'ho commentato su anobii; non che abbia scritto molto, d'altronde quello che ho apprezzato, oltre ai bellissimi fotomontaggi e all'idea in sé della biografia illustrata di una inventata attrice da due soldi, è quanto della vita "reale" della protagonista si intuisce tra le righe del volume.
Quello che mi ha colpito sono state le considerazioni degli altri utenti e il perenne confronto con Zia Mame; Patrick Dennis, che aveva scritto di Belle per sbarazzarsi di Mame, si trova ancora vincolato al personaggio della zia che è divenuta più grande di lui.
Robin of Sherwood
Ieri sera ho visto un'altra puntata della serie e, lentamente, sta iniziando a riprendermi; merito anche della perdita per strada di tutti quei richiami a "conan" e compagnia dei quali parlavo ieri. E' tornato il fantasy-medioevale delle prime due stagioni e la cosa mi fa piacere.
Absolutely fabulous
Un vero dramma! oltre ad essere divenuto dipendente dal cloridrato di chinino, ho sviluppato una dipendenza a questa serie britannica. Questa è la seconda o la terza volta che la riguardo ed è sempre una meraviglia. Considerato che ieri avrei morso qualcuno, in alternativa la scrivania poteva anche andare, due puntate di Absolutely Fabulous mi hanno rimesso in pace col mondo.
Verità
Il ritenere di avere la verità in tasca, o il ritenersi una spanna sopra gli altri per un motivo a caso, è, dopotutto, una benedizione paragonabile all'ignoranza; hanno, in fondo, le stesse basi e i medesimi effetti.
Memoria
ieri sera ho commentato il post di un amico e mi è venuto in mente come facilmente riesca a confondere il malva col rosa.
Non intendo i due colori, per quello, grazie alle mie frequentazioni scolastiche, ho una gamma di colori superiore ai 12, ma le citazioni ad esse legate. Per non so quale motivo sono convinto che "Priscilla" sia in tinta di malva, quando in realtà è rosa e il malva compare in un tramonto della serie "Angels in America". Mi si sono sovrapposte le citazioni... un po' come accade per la sigla di "Voyager", e parlo di Star Trek, e di "Deep space 9"; per un periodo hanno occupato la stessa casella di memoria e se ne canticchiavo una finivo per mutarla nell'altra.
Belle Poitrine
Ho finito ieri di leggerlo, è proprio un bel libro che consiglio, e l'ho commentato su anobii; non che abbia scritto molto, d'altronde quello che ho apprezzato, oltre ai bellissimi fotomontaggi e all'idea in sé della biografia illustrata di una inventata attrice da due soldi, è quanto della vita "reale" della protagonista si intuisce tra le righe del volume.
Quello che mi ha colpito sono state le considerazioni degli altri utenti e il perenne confronto con Zia Mame; Patrick Dennis, che aveva scritto di Belle per sbarazzarsi di Mame, si trova ancora vincolato al personaggio della zia che è divenuta più grande di lui.
Robin of Sherwood
Ieri sera ho visto un'altra puntata della serie e, lentamente, sta iniziando a riprendermi; merito anche della perdita per strada di tutti quei richiami a "conan" e compagnia dei quali parlavo ieri. E' tornato il fantasy-medioevale delle prime due stagioni e la cosa mi fa piacere.
Absolutely fabulous
Un vero dramma! oltre ad essere divenuto dipendente dal cloridrato di chinino, ho sviluppato una dipendenza a questa serie britannica. Questa è la seconda o la terza volta che la riguardo ed è sempre una meraviglia. Considerato che ieri avrei morso qualcuno, in alternativa la scrivania poteva anche andare, due puntate di Absolutely Fabulous mi hanno rimesso in pace col mondo.
Verità
Il ritenere di avere la verità in tasca, o il ritenersi una spanna sopra gli altri per un motivo a caso, è, dopotutto, una benedizione paragonabile all'ignoranza; hanno, in fondo, le stesse basi e i medesimi effetti.
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