Siamo giunti in quel periodo dell'anno nel quale la trekkitudine esige di essere esplicata attraverso un rito di socialità collettiva, ovvero; vado all'attuale incarnazione della Sticcon.
Per qualche giorno diverrò irraggiungibile! Basta sanatorie, questioni statiche, normative, casistiche edilizie e compagnia cantante; mi occuperò di squisita trekkità.
La trekkezza aiuta a vivere meglio, ti pone nella condizione di risolvere le difficoltà della vita appoggiandoti a soluzioni, che riecheggiano precise posizioni filosofiche, inscenate dai vari equipaggi delle serie televisive.
Si cambia anche modo di affrontare la vita... non mi hanno pagato per scrivere una apologia di Star Trek, è che senza questa serie televisiva, nelle sue incarnazioni varie, non sarei la persona che sono.
Il tempo mi ha reso moderatamente contento di quel che sono diventato e a posteriori devo riconoscere un debito significativo nei confronti di Star Trek.
Rimango una brutta persona per molti versi, anche perché talune situazioni richiedono risposte secche, scorbutiche, umorali et simili per essere gestite, ma ho imparato a riconoscere i miei limiti, a cercare di fare errori sempre nuovi, nei limiti circoscritti della mia memoria, a mettermi nei panni altrui per vedere le cose non solo dal mio punto di vista e tutto questo lo ritengo un grande risultato... ovviamente faccio quel che posso, come tutti, e quindi non sempre riesco a vedere tuto ciò; talune volte riesco meglio di altre, ma anche questo è parte del capire che abbiamo dei limiti, li avremo sempre e migliorare vuol dire cercare limiti nuovi che non si conoscono.
La trekkezza permane una condizione felice.