Cavalco, per una volta, l'attualità per ricordare alcuni fatti salienti che l'operazione simpatia potrebbe averci fatto dimenticare.
C'era una volta una famiglia piemontese che venne mandata fuori dai patri confini, perché non levarono un filo di voce per vent'anni e perché si comportarono come un branco di locuste affamate con una parte d'Italia, per tacere di altri episodi comunque rimarchevoli, questi poveretti furono costretti a frequentare nobilame estero, ad istruirsi in esclusivissimi college svizzeri, rimpiangendo quindi l'istruzione della scuola pubblica italiana, che al tempo era comunque di gran lunga migliore di quello che è oggi, e se non ricordo male assurgevano agli onori delle cronache solo con episodi edificanti: tiro al plebeo col fucile, o adamitiche passeggiate in spiagge esclusive o su barche oltraggiosamente lussuose...vivevano in miseria poveretti.
Un bel dì Qualcuno pensò che era tempo di farli rientrare e ai funerali della Nonna, in Italia sempre ben voluta, ma non indagherò più di tanto anche perché abbiamo la tendenza a dire dei morti "poverino...una così brava persona", come se la morte cancellasse qualunque colpa e magari la Nonna la era anche una brava persona ma al momento non mi interessa; il Padre, redarguito dalla Madre in francese, fece dichiarazioni discutibili che fecero unire l'Italia in un coro di "ti hanno mai mandato a quel paese?"...me lo ricordo solo io questo episodio?
Appena rientrati il Figlio fondò un "movimento" che divenne parte delle 50,000 voci del coro che ripetono pedissequamente quello che la CEI vuole; in fondo ci mancava proprio qualcuno che ci dicesse cosa fare, cosa pensare, che fare delle nostre vite e che si sostituisse alle nostre coscienze...
Poi chiesero 260.000.000 di euro di risarcimento danni per via dell'esilio...il solo ricordo di questa cosa mi fa venire un torcibudella, un nervoso tale, da farmi pensare seriamente di usare un copia della Costituzione, fusa in ghisa, da lanciare addosso alla famigliola; Madre esclusa che per ora è l'unica che mi sta appena, appena, simpatica.
Anche in questa occasione, però, compirono un miracolo. Noi siamo nazionalisti o meglio sentiamo l'orgoglio patrio solo in due occasioni: quando gli stranieri parlano male di noi (a volte a ragione per altro) e per i mondiali di calcio. L'unità nazionale, insomma, non sappiamo neppure dove sta di casa o che faccia abbia, ma in occasione di questa richiesta l'Italia si è alzata univocamente spinta dal desiderio di rispedire oltr'alpe sta gente.
Ci fu un tale giramento di zebedei che se avessimo potuto imbrigliarne l'energia non avremmo avuto bisogno di pensare al carbone, o all'atomo, per soddisfare i nostri fabbisogni energetici....e ripeto "carbone".
Ora il Figliolo se ne è pure andato a Sanremo ed è pure arrivato in alto con una canzone il cui testo è così inutile, piacione...
Sono gandhiano, assoluto assertore dell'ahimsa, ma queste cose mi cancellano immediatamente le conquiste evolutive e divento puro cervelletto; un nervoso, una rabbia che non vi dico.
Ricordiamoci di alcuni fatti essenziali prima di ritrovarceli radicati su una qualche poltrona a godersi di prebende statali che noi foraggiamo.
Se li vedo in Parlamento giuro che cambio nazione...è la volta buona che mi ritiro per davvero sulle Skelling in compagnia dei gabbiani; diverrò come Eraclito l'Oscuro, anche se sicuramente non egualmente dotato di materia cerebrale.