domenica 29 novembre 2009
Roccabianca e Soragna
Che fare in una uggiosa domenica di dicembre? Andare nella Bassa parmense, pregando il Genius Loci che tenga a bada la nebbia per la giornata.
Sono partito come di consueto di buon ora e, attraverso Ragazzola, una delle frazioni di Roccabianca, sono giunto nella vecchia Arzinoldo o Rezinoldo; Roccabianca.
Vorresi spendere però un paio di parole su Ragazzola; il paese, 400 anime se tutto va bene, h origini romane, un punto di sosta prima di percorrere la strada che varcando il Po' porta a Cremona. La chiesa, demolita e più volte ricostruita, non l'ho ancora vista all'interno, ma so che venne edificata in stile barocco, periodo nel quale si data l'ultima ricostruzione. L'argine si erge a proteggere il paese dal fiume il quale però è causa del nome, infatti fu a seguito di una inondazione del passato che in paese rimase solo una ragazza. Prendendo la strada sull'argine che collega Ragazzola a Roccabianca è possibile vedere una "buca" piena d'acqua; non si tratta di opera artificiale, ma di un invaso la cui portata dipende dalle acque che scorrono nel Po' e ci ricorda di come un tempo la pianura padana fosse un insieme di rivoli, acquitrini e affioramenti che la rendevano un posto più umido e nebbioso di quanto non sia oggi.
Roccabianca ha poche cose, in termini di edifici, da offrire al turista, d'altronde è un piccolo paese, ma quelle poche cose sono legate alla sua storia e sono assolutamente meritevoli di essere viste; capitolo diverso sono le manifestazioni, il comune è piccolo ma comunque vivo e attivo e giusto di recente ha recuperato all'attività un'altra parte della città.
Il nome Roccabianca deriva dalla Rocca costruita da Pier Maria Rossi nel XV° secolo per la sua amata Bianca Pellegrini, la Rocca è visitabile e negli ultimi anni è stata restaurata, continuano ad essere restaurate a scaglioni le varie stanze e quindi il castello non ha ancora finito di svelare tutto quello che nasconde.
Al castello si accede attraverso la piazza del paese, i cui edifici probabilmente costituivano una prima cinta muraria, indi varcata la "seconda" cita muraria, oggi abitata, si accede dopo un ponte al maniero vero e proprio. Il ponte è in muratura, ma sono visibili i solchi del tempo in cui il ponte era levatoio, e da accesso alla corte interna nella quale spicca l'alto mastio con una doppia torre che richiama immediatamente alla mente Torrechiara; la famiglia proprietaria d'altronde era la medesima.
All'interno del castello si possono visitare molte sale, le più mantengono anche gli originari soffitti lignei decorati e la visita si apre con il bel loggiato sulla sinistra le cui volte a crociera, dipinte di bianco, riportano decorazioni floreali e stemmi araldici; l'insieme è davvero molto aggraziato.
Si passa poi alla visione della Sala della Griselda alla quale si accede da una porticina sotto al loggiato; purtroppo gli affreschi originari furono staccati e venduti nel XIX° secolo, sono visibili a Milano nel Castello Sforzesco, ma gli attuali proprietari hanno riproposto all'interno di quegli spazi delle ottime copie, non so se si tratta di stampe o che, su tavole ampie in modo che l'apparato pittorico sia visibile nelle sue dimensioni originarie e nel luogo per il quale venne concepito.
Il castello merita una visita e usciti da esso conviene svoltare a destra ed entrare nella chiesa del paese. In genere non parlo mai bene degli interventi barocchi, il gusto del seicento è troppo pesante e magniloquente per i miei gusti, la chiesa di Roccabianca pare una miscela, per altro ben riuscita, di elementi barocchi e di levità roccoco'. I colori principale degli interni sono il verde, una bellissima tonalità per altro, degli arredi sacri, il rosa tenue delle pareti il bianco degli stucchi; un'unica aula all'interno si trova la campana della chiesa di Fossa...perché sia lì devo ancora scoprirlo e interrogherò i parenti di Roccabianca in merito.
Di recente il Comune ha ristrutturato l'"Arena del Sole" il cinema/teatro di paese che da molti anni era chiuso, nacque come arena all'aperto privato, il proprietario poi però lo fece coprire con un tetto e portò, comprandole, da Parma alcune statue del monumento a Giuseppe Verdi, dopo che questo venne danneggiato, non gravemente pare, dalle bombe alleate nella seconda guerra mondiale; il restauro ha riportato alla città un posto davvero importante la cui architettura da ventennio non turba la piazza in quanto il teatro, essendo privato, fu costruito nel cortile del palazzo della proprietà. Se transitate da questa parte del Po' e capitate da quelle parti una sosta a Roccabianca è consigliatissima.
Consigliata è anche una sosta a Soragna per visitare la Rocca dei Principi Meli Lupi. Il principato di Soragna si mantenne autonomo dal Ducato di Parma e Piacenza e così i Farnese non poterono mai mettere le mani su quello che la Rocca custodiva. La Rocca è stata tenuta da sempre dalla medesima famiglia, sin da quando nel XII° secolo ne venne infeudato il primo Lupi, l'investitura della famiglia al rango di Principi del Sacro Romano Impero, avvenuta nel XVII° secolo, e l'autonomia del piccolo stato, permisero i vari rimaneggiamenti che la Rocca col tempo ha subito che se da un lato ci hanno tolto l'aspetto difensivo, l'hanno preservata dall'incuria e dalle ingiurie del tempo; la rocca di Roccabianca fu vittima di abbandona, degrado e vendita di varie parti, fato comune a molti castelli, ma questo non accadde mai a Soragna.
Accanto ad ambienti cinquecenteschi, decorate con le onnipresente grottesche, vi si trovano gli ambienti barocchi: sala del trono con le sue specchiere, baldacchino e velluti alla parete, la straordinaria camera nuziale con il preziosissimo salottino privato dei Signori del Maniero, il salone delle feste e poi la galleria che collegava il castello alla Chiesa ad esso annessa e che venne esteso, in epoca successiva, per consentire una vista drammatica al giardino all'inglese romantico.
La chiesa del Castello, nella quale si celebra un'unica funzione l'anno il 15 di agosto, se ricordo con esattezza, accoglie alcune delle tombe di famiglia dei Meli Lupi, uno straordinario Gesù in marmo del 1470, miracolosamente tornato dalla Francia, e chissà da quali altri luoghi, dopo che se ne erano perse le tracce; è una chiesa minuta, barocca, con un bellissimo palco ligneo nobiliare verde.
Il mio peregrinare nella Bassa non è certo finito, non ricordo se ho già parlato della gita a S.Secondo, ma di certo devo tornare a Zibello del quale mi mancano almeno due chiese, una delle quali non so neppure se è visitabile.
La prossima volta che andrò a Padova devo andare nella piazza del Santo e cercare un palazzo di proprietà dei Meli Lupi che dovrebbe essere, stando alle litografie conservate in rocca, un gioiello del '300.
Come sempre su picasa ci sono più foto.
venerdì 27 novembre 2009
"Orgoglio e pregiudizio"
L'ho giusto finito ieri sera, d'altronde mi mancavano le ultime 150pagine e non potevo lasciarlo lì.
Mi è proprio piaciuto; la storia è tutto sommato lineare, ma quello che mi è piaciuto è la descrizione dei personaggi, lo spessore che la Austen riesce a dare ad ognuno di essi, per cui alla fine pare proprio di muoversi in mezzo agli eventi e partecipare delle emozioni così ben descritte.
Forse avevo bisogno di un libro decente dopo la brutta esperienza con la Meyer e devo dire che "orgoglio e pregiudizio" mi è proprio piaciuto; ben fatto.
Ieri sera avrei voluto andare a letto presto, ma per finire il libro sono rimasto alzato sino alle due ed ora, naturalmente, non sono particolarmente pimpante; è venerdì :)
giovedì 26 novembre 2009
Nebbia in val Padana
mercoledì 25 novembre 2009
Nuova collega
Oggi ha iniziato la nuova collega; devo dire che mi ha fatto una buona impressione.
Trova da sola le cose, chiede un numero normale di volte su come fare determinate cose, usava programmi diversi; insomma ne sono contento :)
...e Vento? Lui, povera stella, si lamenta che non gli vogliamo bene :asd: ; oggi ha pensato di manifestare ancora la propria cultura chiedendo cosa sia una "loggia"...
lunedì 23 novembre 2009
le mie campane
non sono proprio "mie", :asd:, ma della chiesa della zona dove abito e le immagini sono prese tutte da casa mia; io adoro il suono delle campane :)
domenica 22 novembre 2009
Bismantova
L'abominio della qualità del filmato non rende per niente giustizia alla magnificenza del luogo; ho fisicamente bisogno di tornare alla Pietra...da lassù mi pare di essere in diretto contatto col divino.
Una esperienza mistica
Breaking dawn
Mi piacerebbe farne una distorsione carina e divertente, ma chiuso il volume, per altro ultimato velocissimamente, per limitare i danni, usando la tecnica "un tanto al chilo", ovvero un po' di righe ogni tanto, permane una sensazione opprimente di noia incomparabile e di inutilità che consola.
Un po' ne avevo già parlato; tutto il libro narra della gravidanza della protagonista, che, per fortuna, dura pochi giorni ma una ingiustificata quantità di pagine tale per cui c'è da rimanerci secchi.
Mentre lei pare tenga nell'utero "alien", la vicenda viene raccontata da Jacob che potrebbe anche costituire una piacevole variazione, e magari anche un miglioramento, ma dato che l'autrice, purtroppo, non è cambiata, il libro si trascina per centinaia di pagine nelle quali Jacob dice: quanto sia sfortunato, ama Bella ma lei non se lo fila, ha lasciato la compagnia di Sam per lei e lei non se lo fila, sopporta la licantropo che ama Sam ma è amareggiata perchè lui ha avuto l'imprinting con un'altra e Bella non lo fila, è preoccupato per il cadetto entusiasta perchè è giovane e potrebbe farsi male e Bella non se lo fila...insomma una teoria di lamentazioni che dura ininterrottamente da pagina 13 a pagina 327; una noia mortale!
Poi torniamo al punto di vista di Bella e la cosa peggiora, per quanto incredibile possa essere, ulteriormente in modo drastico.
Finalmente Bella ha partorito l'"alien" che si rivela essere una mezzosangue bellina, bellina, bellina; taaaanto caruccia lei, che parla col papà telepaticamente, perchè ovviamente essendo un neonato ha pensieri perfettamente coerenti, logici e formati.
Per salvare Bella la vampirizzano iniettandole il veleno direttamente nel cuore e lei diventa bellissima, agilissima, aggraziatissima e una serie di "issimi" a piacere a seguire.
Ovviamente si controlla benissimo, non uccide nessuno, eccetto i puma che pare a Forks siano più numerosi degli acari della polvere, e tutti si stupiscono del suo autocontrollo e lei si schernisce; poi la Meyer si accorge che da un bel po' di pagine non ripete alcune cose che a lei stanno care e così, con gli occhi di Bella ci dice quanto Edward sia fantastico e molto più bello ora che Bella lo guarda da vampiro che non prima...insomma altra noia aggiunta.
Nell'ultima parte una vampira passa di lì e denuncia ai Volturi la presenza della pargoletta figlia di Bella, così si scrostano da Volterra e iniziano un processo farsa nel quale compaiono un po' di gente da comò notte bassetti a uno che passava di lì per caso come testimoni; nomina persino le amazzoni che tanto si sa fanno sempre la sua figura e si abbinano un po' con tutto...strano che non nomini Atlantide e gli UFO, ma questo avrebbe quasi potuto rendere interessante il volume.
A questo punto la noia era tale che ho iniziato a leggere righe a campione per pagina così ho capito che: le Amazzoni insegnano a Bella uno psicotrucco per comunicare con la mente con Edward, c'è uno, che è stato una sorta di genocida e che ora si sta redimendo attraverso una serie di sensi di colpa corposi, che è stato illuminato da Bella e probabilmente ora è sulla via della Santità, e i Volturi che li hanno attaccati si ritirano confusi perchè Bella è più powerplayer di loro e annulla i loro poteri...alla fine vissero felici e contenti, tranne i lettori che hanno l'assoluta certezza di aver lanciato dalla finestra manciate di ore che potevano essere impiegate più utilmente cercando di insegnare la "Traviata", tutta e tutti i personaggi, al carasside di casa.
In poche parole è un libro così inutile che non se ne può capire la portata se non leggendolo; non vale carta sulla quale è stato scritto...
giovedì 19 novembre 2009
Compleanni
lunedì 16 novembre 2009
Un lunedì di novembre...
Mi dispiace però iniziare la settimana senza neppure una foto da mettere qui, in ragione, anche, del fatto che è da una settimana che non posto nulla e perciò metto due foto del mio paese scattate in questa bigia mattinata novembrina.
Presto vi parlerò di un locale nuovo che hanno aperto a Reggio Emilia; se volete provare l'ebrezza dell'eternità esistono solo due modi: una fila in un ufficio pubblico qualsiasi, oppure l'attesa di essere servito in questo locale :asd:
martedì 10 novembre 2009
Perle di Vento
"adulazione delle acque"
Sfoggiate le vostre capacità oratorie perché, secondo il Vento pensiero, solo adulando le acque è possibile avere l'acqua corrente in casa; che sia animista?
La frase corretta era "adduzione delle acque"...
Palla al piede
Mi attende di nuovo una intensa settimana di lavoro, diurno e serale, benedette consegne, perciò non so se avrò tempo in settimana di aggiornare l blog; temo che se va avanti così potrei ridurmi ad un aggiornamento settimanale.
Certo lavorare è importante e sono sicuramente felice di farlo, ma ogni tanto mi piacerebbe avere un po' di tempo per i cavoli miei; la tentazione del romitaggio diventa sempre più forte.
Tra le altre cose ieri mi hanno segnalato un altro errore dell'Ing. , ovviamente la colpa sarà mia, quindi stamane ci sarà da correre per porvi rimedio; ho già iniziato ieri a sistemare un po' di cose, ma alcune sono rimaste fuori perché devo avere conferma che quello che è stato fatto va bene...ma perché per una volta non si fanno i lavori a modo?
Riaggancio la caviglia alla catena e produco...
domenica 8 novembre 2009
Mantova
La città fu la capitale dello Stato Gonzaghesco e i Gonzaga l'arricchirono di molte ricchezze e beni molto belli; fu anche parte dello Stato Matildico, ma Matilde di Canossa ne ebbe un controllo labile poiché i cittadini avevano un certo astio nei confronti degli Attoni che imponevano tasse e limitavano la libertà cittadina.
I Gonzaga tolsero Mantova a i Bonacolsi che ne tennero la Signoria e mantennero la mummia di Passerino Bonacolsi nel palazzo affinché garantisse prosperità alla città e alla casata; un po' come i corvi della Monarchia Britannica, con la differenza che una mummia in genere non se ne va in giro, se non è spostata cosa che accadde, puntualmente, al Passerino e questo, secondo leggenda, fu la rovina di casa Gonzaga.
La città ha moltissimo da offrire, prima di tutto la Rotonda di S.Lorenzo relitto, in realtà spledidamente conservata, di quel passato medioevale del quale se ne scorge solo raramente traccia dietro gli interventi del '400 e del 500. L'interno è spoglio, quasi disadorno, di una severità reverenziale che induce alla contemplazione, è sapientemente illuminato, raccolto, e lo sguardo simuove agilmente lungo le pareti in mattone a vista, alla ricerca di quelle esigue, che pur ci sono, tracce dell'originario apparato pittorico.
L'Albertiana Chiesa di S.Andrea, una delle due chiese cittadine progettate dall'Alberti, racchiude in un ampio spazio una piccola cappella che ospita opere del Mantegna; lo spazio amplissimo quasi schiaccia l'osservatore e i colori gravi, non so se a causa del tempo o se in origine furono pensati così, rende consapevoli della propria piccolezza quasi sommersa dalla decorazione geometrica.
Il Duomo, che in origine sorse nel XIII° secolo e conserva solo parti originarie all'esterno lungo un fianco, è stato completamente alterato nel '500, credo; lo spazio interno è scandito da colonne classicheggianti, dorature, imponenti soffitti a cassettoni e una ripartizione orizzontale che schiaccia a terra le colonne, il bianco dominante salva il tempio dall'essere opprimente.
All'interno c'è un bellissimo battistero e un altrettanto meraviglioso sarcofago romanico.
La visita è proseguita nel vasto palazzo Ducale, amplissimo, una successione, quasi dedalica, di sale, grottesche, soffitti a cassettoni con motti incisi ("forse che si, forse che no"), quadri, sale tematiche; una profusione di stimoli difficile da ricordare con ordine.
Si giunge poi nella parte più antica del palazzo, il castello, che ospita la celeberrima Camera degli Sposi del Mantegna; un affresco che nel celebrare la famiglia Gonzaga non li adula, ritraendoli esattamente così come sono, per restituircene l'umanità...Maria Bellonci ne diede una lettura affascinante in un piccolo volume intitolato "Ritratto di Famiglia".
L'ultima visita è stato il Palazzo Té, ove il Duca di Mantova si incontrava con l'amante, la Boschetta, non ostante l'astio di Isabella D'Este, sua madre, per questa relazione e per questa donna.
Palazzo Tè è stupefacente, sia per le architetture che per le decorazioni, al di là delle grottesche, presenti un po' ovunque in quanto erano parte integrante dello stile e del gusto dell'epoca, la Sala dei Giganti è una vera sorpresa. Ricordavo, dai tempo scolari, che l'immagine mi aveva indotto a pensare a un affresco su di un'unica parete; l'intera stanza, non grande e neppure particolarmente alta, è completamente affrescata con questo dipinto che annulla lo spazio e proietta in un mondo inventato, zeppo di figure mitologiche; l'esperienza è davvero indescrivibile.
In verità la visita a Mantova era iniziata con una piccola chiesa di S.Maria in Gradaro, ove, secondo la leggenda, venne martirizzato S.Longino, proprio quello della lancia, che portò a Mantova il sangue di Cristo; all'interno della chiesa vi sono resti di affreschi duecenteschi di chiara influenza bizantina...potevo esimermi dal visitarla?
Come sempre su picasa ci sono più foto
p.s.: avevo scritto un paio di errori...
Piacenza e Fiorenzuola
A Piacenza ho visitato la Chiesa di S. Savino un gioiello del romanico mascherato da un intervento barocco posteriore, ma se la pelle esterna non dice nulla di nuovo, l'interno romanico è meraviglioso; in assoluto una delle chiese più belle ch'io abbia mai visto.
E' molto buia e la cripta quando sono andato non era visitabile, dovrò quindi tornare per vedere la cripta, ma vi sono capitelli, mosaici e parti di affresco meravigliosi: assolutamente da non perdere.
giovedì 5 novembre 2009
Stanco
martedì 3 novembre 2009
Sabato Scorso
Alla sera avremmo dovuto andare a una festa a tema halloween tenuta nella Rocca di Castell'Arquato, giunti in paese, lasciata l'auto ai piedi del castello, siamo saliti per le erte vie sino alla Rocca per scoprire che l'ingresso avveniva solo su prenotazione, così, non avendo prenotato poichè il sito non ero chiaro in merito, abbiamo visitato un po' il borgo e poi ci siamo diretti a cena.
Abbiamo trovato un ristorante, "L'antica trattoria S.Lorenzo", a San Lorenzo che è una frazione, per altro molto interessante, di Castell'Arquato, nella quale un'anglica cameriera, in vero molto simpatica, ci ha servito pietanze davvero squisite; ho mangiato delle buonissime chicche della nonna coi funghi e una meravigliosa crema catalana...posto da ricordare.
Dopo cena ci siamo diretti a Vigoleno; gli ospiti del Castello del borgo, che è adibito in parte ad albergo, erano coinvolti in una festa in maschera e per l'occasione il mastio era aperto in notturna. A costo della nostra esistenza siamo saliti sino in cima, per scale scarsamente illuminate, ma molto di atmosfera, ed è stato bello, una volta in cima, godersi il panorama; la caligine che si infilava nelle valli circonvicine rischiarata dalla luna quasi piena, è stato uno spettacolo davvero notevole.
La serata è terminata davanti a del cloridrato di chinino, e una birra piccola, in un irish pub di Fidenza.
E' stata una bella giornata, povera di foto, poiché dopo una certa ora la macchina non lavora bene, ma ho fatto un paio di filmati che allego.
Presto andrò a Piacenza di nuovo e quindi aggiornerò la galleria di Picasa.
Volevo mettere un paio di video, ma blogger stasera non coopera..riproverò domani aggiornando questo post...non riesco a caricare i video...